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Viaggio di Studio 2008

Quindici giorni assieme
Ricordi e immagini del Viaggio di studio

Come scritto nel numero di ottobre, dedichiamo anche in questo numero un po’ di spazio alla interessante e positiva esperienza vissuta dai giovani ospiti nella nostra Valle per iniziativa dell’Associazione “Gente Camuna”. Ci sembra giusto infatti ripercorrere, sia pure brevemente, le attività svolte e valutarne gli effetti, ma anche lasciare traccia, che alcune immagini renderanno più visibili, di un percorso in cui, giorno dopo giorno, i rapporti tra i 24 giovani ospiti e tra loro e le comunità della Valle sono diventati sempre più intensi.
Come sempre l’incontro non è stato particolarmente agevole. In quel porto di mare che è l’aeroporto di Malpensa, nonostante il cartello a caratteri cubitali di “Gente Camuna” tenuto bene in vista da Marisa, si è faticato non poco a mettere assieme persone che, pur viaggiando per lunghi tratti con lo stesso aereo, non si conoscevano e per la prima volta arrivavano nel nostro Paese.
Alla fine però il gruppo si è composto e il pulman ha potuto ripartire.

Durante il viaggio i primi approcci. Il presidente Stivala ha fatto sentire subito la sua voce per dare alcune sintetiche informazioni, ma soprattutto per informare che da quel momento la lingua che avrebbero ascoltato ed in cui dovevano sforzarsi di comunicare doveva essere l’italiano.
Avvicinandosi poi alla Valle, soprattutto per preparare il gruppo, un po’ assonnato, all’ormai non lontano arrivo, sono state date alcune essenziali notizie storiche ed ambientali sul territorio che li avrebbe ospitati per l’intero periodo del viaggio di studio.
Essendo questa la 5^ edizione di tale esperienza, gli aspetti organizzativi sono ormai abbastanza collaudati ed arricchiti dalle esperienze maturate nel tempo.

Nonostante una sequela di informazioni che fin dal bando, avvenuto nel mese di febbraio, si è voluto far pervenire agli interessati, non sempre si riesce a far percepire che non si tratta di un viaggio turistico.
Dopo quindi la sistemazione in albergo, il giorno dopo l’incontro con l’intero Consiglio dell’Associazione e con coloro che, con sensibilità e disponibilità, hanno collaborato per la realizzazione del programma. I 24 giovani, di età compresa tra i 16 e i 25 anni, provenienti dall’Argentina (10), dal Brasile (3, purtroppo un’altra ragazza ha avuto dei problemi con i voli e, dopo una serie di mail con cui comunque sperava di poter ugualmente ricongiungersi al gruppo, ha dovuto a malincuore rinunciare) e dall’Uruguay (11), hanno così potuto conoscere, dopo Stivala e Marisa, le persone che si sarebbero preso cura di loro nei giorni a venire: Nuccia, Lella, Eugenio, Enrico, Alberto, Giacomo, Francesco.

Naturalmente ad ogni nome andrebbe aggiunto il cognome, il ruolo, il titolo, la professione, ecc., ma per i ragazzi bastava identificare il nome a un volto e capire che erano lì per loro in amicizia, per aiutarli a conoscere le comunità da cui i loro avi erano partiti, per ridurre al minimo il disagio della lontana dalle loro famiglie.
Ad esse occorre anche rivolgere un breve pensiero: hanno avuto fiducia in una piccola e sconosciuta associazione come la nostra, tanto da affidare i loro figli. Questa fiducia abbiamo cercato, anche in questa edizione, di non tradire e le loro sentite espressioni di gratitudine ci inducono a ritenere che ci siamo riusciti.

Dopo il momento delle conoscenze e di ambientazione nella nuova realtà, il programma ha incominciato a svolgersi secondo uno scadenziario ben definito.
Come si conviene a degli ospiti, al saluto degli organizzatori ha fatto seguito quello delle autorità civili e militari; è stato questo un segno di apprezzamento verso di loro, ma soprattutto una testimonianza di gratitudine che, loro tramite, andava alle loro famiglie e ai loro avi che in tempi difficili avevano affrontato il viaggio, per molti senza ritorno, verso un nuovo mondo spinti dalla speranza di fare fortuna.

L’incontro di saluto, avvenuto nella sala assemblee del Consorzio Bim, ha poi permesso a Eugenio di intrattenere, con una lezione accattivante, il gruppo. Utilizzando infatti i riquadri dell’artistico pannello bronzeo che sovrasta gli scranni dei relatori, ha egli tratteggiato la storia della Valle, soffermandosi in particolare su quelle pagine vissute dai loro antenati.
Nei giorni seguenti, nei modi previsti dall’intenso programma si sono perseguiti e credo raggiunti i tre obiettivi che il progetto si poneva:

1 – Sensibilizzare i partecipanti alla cultura italiana e stimolare in loro il perfezionamento della nostra lingua. Aquesto sono serviti gli incontri didattici e formativi presso alcune scuole di 2° grado della Valle e Istituti Universitari; lezioni specifiche tenute da docenti di elevata professionalità; visite a musei (Parco delle Incisioni rupestri e Pieve di S. Siro a Capo di Ponte, Museo di Nadro, Foro Romano e Castello a Brescia, Museo etnografico di Vione, il maglio e le fucine a Bienno ecc.);  a centri storici ed edifici di particolare significato storico ed architettonico della Valle Canonica, di Brescia, di Milano, di Verona e Venezia (Castello Sforzesco a Milano, Castello di Breno, alcuni tra i più noti monumenti di Venezia e Verona,  il Parco archeologico di Cividate ecc.).

2 – Far conoscere l’aspetto economico e produttivo della Valle e della Regione. Alcune visite ad aziende particolarmente significative come l’Acciaieria “Tassara”, le Terme di Boario, la Cantina vinicola “Majolini” di Ome, la centrale idroelettrica di Edolo, il Museo dell’Energia di Cedegolo e la visione di documentari di ieri e di oggi, hanno reso possibile un confronto tra la realtà economica del territorio al tempo dei loro avi e quella attuale. Una lezione sulla situazione economica e produttiva della Valle oggi ha poi dato ulteriori chiarimenti..

3 – Dare conoscenza dell’organizzazione politico-amministrativa del territorio. Per conseguire tale obiettivo, oltre alla illustrazione teorica del funzionamento degli organismi territoriali previsti dalla Costituzione Italiana e dalle leggi vigenti, i giovani partecipanti hanno avuto incontri diretti con le autorità consortili e diversi Sindaci della Valle, col Presidente e alcuni assessori dell’A.P. di Brescia, col sottosegretario Roberto Ronza, delegato del Presidente della Regione Lombardia R. Formigoni per gli affari internazionali.

Come è stata vissuta questa esperienza dai ragazzi? I riscontri avuti, come testimoniano le loro dichiarazioni e le lettere pervenute, ci inducono ad essere soddisfatti, ma lascio all’articolo di Eugenio Fontana un più ampio approfondimento di questo argomento.

Chicos
Nella terra dei padri

E’ stata davvero una bella idea quella di Nicola Stivala, presidente dell’Associazione ‘Gente Camuna’: l’idea cioè di offrire la possibilità a tanti ragazzi, discendenti ormai di terza o quarta generazione dei nostri emigranti che tra Otto e Novecento cercarono lavoro e fortuna sulle rotte del Nord Europa o su quelle transoceaniche che portavano verso le mitiche ‘Americhe’, soprattutto verso i paesi dell’America del Sud e delle Ande (per riecheggiare il titolo di un famoso racconto deamicisiano).
Questa idea è diventata un progetto già una decina d’anni fa. L’iniziativa nata allora è giunta alla sua quinta edizione, replicandosi a scadenza biennale.
Naturalmente perché ogni idea, specie se, come questa, ambiziosa, possa tradursi in realtà, ha bisogno di molta molta preparazione. L’operazione molto complessa, per essere condotta a buon a fine, richiede una attenzione in tutte le sue fasi di svolgimento.
1. C’ anzitutto la fase dell’organizzazione. Si tratta di stabilire contatti con i soggetti che possono essere interessati, e dunque di comunicare con mezzo mondo: contatti con le varie sedi di rappresentanza e di associazione dei nostri emigrati all’estero, modelli di domanda di partecipazione, scelta dei partecipanti essendo le domande superiori ai posti disponili. Bisogna poi pensare al reperimento delle risorse finanziarie (e da questo punto di vista la sensibilità delle istituzioni pubbliche e dunque la loro risposta non sono mai mancate e si sono concretizzate in contributi della Comunità Montana, del Bim, della Provincia, della Regione). Segue il lavoro logistico del viaggio, della sistemazione in albergo, dei programmi, degli appuntamenti, perché Stivala non ha mai concepito questo soggiorno in terra camuna come una vacanza, ma come un periodo di formazione e di maturazione, di conoscenza e di esperienza. Non a caso tutta l’operazione va definita in termini di ‘borsa’ o di ‘viaggio di studio’, un sorta di mini-Erasmus riservato ad una speciale categoria di giovani, per consentire loro di conoscere il mondo di provenienza dei loro antenati, quelli che con la valigia di cartone lasciarono casa e paese, con quali sentimenti nel cuore è facile immaginare.
2. Segue la fase attuativa: partenze, ritorni, svolgimento delle giornate, trasferimenti, ecc. In questa fase Nino Stivala è egregiamente affiancato da un ‘veterano’ di lungo corso dell’Associazione ‘Gente Camusa’, Enrico Tarsia, e da una segretaria tuttofare e attenta ad ogni particolare quale è Marisa Zanardini. Poi ci sono le figure dei collaboratori in loco e tali sono gli accompagnatori e le personalità che operano nel mondo della politica, della cultura, dell’economia, perché  il soggiorno in Vallecamonica sia occasione di conoscenza del territorio in tutti i suoi risvolti.
 3. Quest’anno i partecipanti sono stati venticinque, compresa la professoressa Marta Ambrosini che ha accompagnato i ragazzi dell’Uruguay svolgendo egregiamente la funzione di tutor sempre presente là dove e comunque si manifestasse un problema, una richiesta, una necessità.
Quanto al contenuti, essi hanno risposto ad una formula ormai consolidata e ben funzionante. I numerosi incontri che hanno intessuto il fitto calendario della permanenza in Vallecamonica hanno toccato un po’ tutti i temi che concorrono a formare il quadro d’insieme della terra dei padri: storia della Valle, espressioni della sua arte, realtà di vita, condizioni di lavoro, processi di trasformazione, cambiamenti socio-economici, istituzioni, strutturazione amministrativa. Così i quindici giorni sono volati via perché scanditi da una serie di appuntamenti che hanno letteralmente riempito tutte le giornate. Ci sono stati momenti che hanno messo i ragazzi a diretto colloquio con i responsabili della cosa pubblica, momenti che li hanno portati nel cuore delle istituzioni (Bim Comunità Montana, Provincia e Regione), momenti imperniati sull’economia (indimenticabile la visita alle cantine Majolini della Franciacorta). Un’intera giornata è stata dedicata a Venezia, la mitica fantastica città dell’acqua e del cielo.
4. Le conclusioni anche di questa quinta edizione appena terminata sono positive in tutti i sensi e da ogni punto di vista.
Prima conclusione. I partecipanti si sono comportati bene: interesse, attenzione, voglia di capire, voglia di conoscere, amicizia tanta. Gli accompagnatori non hanno mai tribolato. Insomma la serietà e l’impegno sono stati la sigla o la cifra che ha contraddistinto ogni fase. Bisogna aggiungere che il dialogo o se si preferisce la ricerca delle radici della propria storia ha destato sentimenti di viva partecipazione. Solo se bagnati dal pianto del passato si può pensare al proprio futuro che è sempre  radicato dentro contesti esistenziali e familiari, grembo di ogni vita, specie là dove vi è stato un distacco, una lacerazione, insomma una partenza verso l’ignoto, senza mai “rattristarsi”, secondo l’invito di san Benedetto.
Seconda conclusione. La vista di questi ragazzi, provenienti quest’anno per la maggior parte dall’America del Sud, fa bene anche alla Vallecamonica, perché ricorda ai suoi amministratori e a noi tutti che qui siamo rimasti, i sacrifici di chi non ha potuto rimanere. E quanto questo sia di attualità in un mondo in cui i popoli della terra si sono messi in movimento, è di lapalissiana evidenza.
5. Certo, quando sabato 13 settembre vi è stato il momento dell’arrivederci, perché il giorno dopo si ripartiva, la soddisfazione e la commozione si tagliavano a fette. Chissà se questi ragazzi ritorneranno? Chissà se noi li potremo rivedere? E che cosa racconteranno alle loro famiglie? Che cosa custodiranno nella memoria di quanto visto? E quale sarà la storia futura di ognuno?
Con queste domande senza risposta, in silenzio, all’aeroporto di Milano, si sono svolti i saluti e gli abbracci, inghiottiti gli uni e gli altri da quell’unico cielo che avvolge un’unica terra.
Eugenio Fontana
Prof. Nicola Stivala.

Dall`Uruguay desidero esprimere a nome dei 10 ragazzi partecipanti al “Viaggio di Studio in Valcamonica 2008”, e nel mio proprio, come referente del gruppo, un sincero ringraziamento per averci dato l`opportunità di conoscere  e partecipare di un`esperienza indimenticabile che ci accompagnerà per sempre.
Un soggiorno in Valcamonica, così bene organizzato in una così bella cornice, rappresentano delle occasioni uniche,che rimangono impresse nei nostri cuori.
 Complimenti agli organizzatori, alle Autorità che ci hanno ricevuti, ai professori, Guide, ecc…dall`Alta Valle fino alle grandi città. E credetemi, in aggiunta a tutto ciò, ci è rimasto il piacere dell`avvenuto accostamento tramite le diverse visite realizzate, degli abitanti locali con il nostro gruppo di giovani  discendenti di lombardi, provenienti da paesi tanto lontani dall`Italia,come l`Uruguay, l`Argentina e il Brasile.
Grazie di cuore! E’ stato un viaggio che ha contribuito a rafforzare ancora di più i legami che ci uniscono alla terra dei nostri cari antenati.
 Alla fine, aggiungo anche un ringraziamento al presidente della “ Associazione Mantovani nel Mondo” – Dott. Daniele Marconcini, per aver voluto essere presente, il giorno in cui  siamo stati ricevuti dal Dott. Ronza, presso la Sede della Regione Lombardia ,manifestando tutto il suo appoggio ad iniziative come queste, in favore dei Lombardi sparsi per il Mondo.
Con la speranza  di rivederci, non si sa mai, vero?   Invio un Saluto cordiale a tutti!
Con tutto il mio affetto, dall`Uruguay.
Marta Martìnez Ambrosini
Segretaria del Circolo Italiano di Tacuarembò

Carissimi amici di Gente Camuna.
Non potevamo rientrare ai nostri paesi senza fare un piccolo riassunto delle nostre impressioni e di tutto quello che questo viaggio ha significato per noi.
Tutti noi, siamo ragazzi latinoamericani, con ascendenti italiani, e convinti che più si viaggia, si cresce, e si lavora, si diventa cosmopolita, …   più ci si attacca tenacemente alle proprie origini, fiduciosi nell’idea che lo sviluppo dell’UOMO consista nella diversificazione delle Culture e nel loro scambio in una convivenza pacifica…… cioé sarrebbe questa l’opportunità che tramite il Dott. Stivala ci ha offerto la associazione Gente Camuna. In tal modo, oltre alla visita turistica a un paese sconosciuto per noi abbiamo avuto la possibilità di scoprire il suo patrimonio, cosí ricco in storia, cultura, arte e cosí, vedendo, abbiamo potuto interpretare meglio il sentito pensiero e il grande dolore dei nostri antenati quando purtroppo dovevano lasciare la loro terra. Cosí ci siamo scoperti nuovi e rinnovati partecipi di un frazione delle nostre radici!!! Cose che di solito, non succedono a tutti e, molto meno tutti i giorni. Quanto siamo stati fortunati!!!
Sin dal nostro arrivo a Breno, ci siam trovati innanzi ad un magnifico gruppo di persone: Nicola, Marisa, i professori Eugenio, Enrico, Franco, Nuccia, Alberto, Giacomo; le autorità dei Comuni, della Provincia e della Regione, Denis l’autista, la gente dell´albergo, e da tutti coloro che ci han ricevuto si sentiva una accoglienza molto gradevole, cos´altro possiamo dire che un vivissimo: TANTE GRAZIE! A tutti tante grazie!
Quindici giorni sembravano pochi, peró questi quindici giorni in Val Camonica hanno lasciato in tutti noi una profonda impronta . . .quasi quasi come le incisioni rupestri che i camuni hanno scolpito sulla roccia tanti anni fá!
Il programma e stato cosi perfettamente realizzato che anche ci ha permesso di arricchire la nostra conoscenza della lingua e capire le tradizioni che fanno parte della nostra identità, prima sconosciuta. Adesso sappiamo un po’ di più sulla cultura della valle, anzi anche della Lombardia grazie alle visite a comuni, scuole, università, ditte, aziende, musei e parchi …..
Non dimenticheremo mai tante cose: il primo concetto di Eugenio, le incisioni rupestri sulla roccia, il patrimonio, la romanizzazione, il cibo, le montagne, l’orologio di 24 ore, i castelli, le chiese, il fiume Oglio, l’economia.
Insomma questo viaggio non solo è servito per rinforzare il rapporto tra l’Italia e i paesi latini però anche tra noi uruguaiani, brasiliani e argentini. Pensiamo che adesso, come ci hanno detto, possiamo essere un ponte tra i nostri paesi, la nostra terra e quella dei nonni, aspettando che questo rapporto continui nel futuro. Come dice il Martin Fierro, il famoso “gaucho” argentino:
”los hermanos sean unidos,
porque esa es la ley primera
tengan unión verdadera,
n cualquier tiempo que sea”.
Senza farla più lunga, a nome di tutti noi, giovani partecipi al viaggio di studio 2008 voglio ringraziare il dott. Stivala e la associazione Gente Camuna che ci hanno fatto vedere un’altra versione dell’Italia, molto ma molto diversa da quella dei nostri avi, però innanzi tutto ci hanno fatto sentire non ospiti ma parte della famiglia Camuna. Grazie!
Sonia Capelli
Buenos Aires – Argentina